• Ci voleva il terremoto?

    Quando la scuola si mette in gioco così profondamente tutto sembra assumere un altro significato, e va riconsiderato in una nuova ottica: i professori e i ragazzi, le strutture scolastiche, le pure nozioni e l’intera didattica. Tutto frulla, come col terremoto, ma questa volta per tornare a posto poco dopo, in un ordine più comprensibile e giusto. Non è forse quello che dovrebbe fare sempre un sistema educativo? E ci voleva proprio il terremoto per rendere possibile questo piccolo rimescolio di ruoli, percezioni, possibilità?

  • Un passo indietro

    Prima del terremoto in Emilia c’è stato quello, devastante, di L’Aquila. Siamo un Paese che non si fa mancare nulla. Già mesi prima delle scosse del 6 aprile 2009, in alcune scuole medie della città abruzzese, visto l’elevato rischio sismico dell’area, era partito il progetto Edurisk sulla prevenzione dei danni associati al terremoto. Edurisk è nato dalla volontà e dall’esperienza della sezione bolognese dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Con la collaborazione di formicablu, agenzia di comunicazione scientifica, sono stati realizzati anche una docufiction, un video tutorial e due blog. Il primo è frutto di un laboratorio di radio/podcast realizzato a L’Aquila nella scuola media Dante Alighieri. Il secondo è questo. Accanto, dentro e intorno a tutto questo, già dal 2007 c’è la progettazione e la realizzazione di una mostra fatta dai ragazzi delle scuole che aderiscono a Edurisk, per spiegare a insegnanti, genitori e amici cos’è un terremoto, che danni fa, come si può evitare il peggio. Di solito funziona.